PERCHE' ALLEVARE INSETTI COMMESTIBILI : PUNTI DI FORZA

Nel panorama dell’attuale crisi climatica, alimentata dal costante aumento della popolazione mondiale e dal crescente impiego di energia e fonti proteiche tradizionali, come la carne bovina, l’allevamento di insetti costituisce un’alternativa sostenibile per soddisfare il fabbisogno di cibo per gli animali ma anche per l’uomo. Si tratta inoltre di una nuova sfida sotto il profilo economico, senza contare i risvolti in tema di energia alternativa e fertilizzanti. I recenti pronunciamenti dell’Efsa sembrano andare verso una sempre maggiore apertura su tali temi.
Sono molteplici i motivi che rendono gli allevamenti di insetti più sostenibili rispetto a quelli di animali tradizionali: innanzitutto hanno un efficienza di conversione più alta; inoltre la frazione commestibile degli insetti è più ampia rispetto a quella di altri animali come i bovini, per esempio. non bisogna poi dimenticare che gli insetti vengono spesso allevati utilizzando substrati costituiti almeno in parte da scarti, innescando quindi un processo di riutilizzo di prodotti altrimenti destinati allo smaltimento. Bassissimi consumi di acqua e ridotte emissioni di gas serra, infine, completano   in un’ottica di sostenibilità.

Mappa allevamenti nel mondo: fonte FAO

 
Presenza continentale
dettaglio allevamenti
stakeholder

INSETTI COME ALIMENTI O MANGIMI : CHE RISCHI SI CORRONO?


Vi è un crescente interesse per i potenziali vantaggi derivanti dall’uso degli insetti per l’alimentazione umana e animale, ma quali sarebbero i rischi derivanti dalla produzione, trasformazione e consumo di questa fonte alternativa di proteine? L'EFSA ha affrontato la questione tramite un profilo di rischio che individua i potenziali pericoli biologici e chimici, ma anche l’allergenicità e i pericoli ambientali connessi all’uso di insetti allevati come cibi e mangimi . Il parere scientifico mette anche a confronto tali potenziali pericoli con quelli associati alle usuali fonti di proteine animali. L'eventuale presenza di pericoli biologici e chimici nei prodotti alimentari e nei mangimi derivati da insetti dipenderebbe dai metodi di produzione, da ciò con cui gli insetti vengono nutriti (il cosiddetto “substrato”), dalla fase nel ciclo di vita nella quale gli insetti vengono raccolti, dalle specie di insetti, nonché dai metodi utilizzati per la loro successiva trasformazione, affermano gli esperti scientifici dell'EFSA. L’EFSA ha concluso che quando gli insetti non trasformati vengono nutriti con sostanze per mangimi attualmente autorizzate, la potenziale insorgenza di pericoli microbiologici è prevedibilmente simile a quella associata ad altre fonti di proteine non trasformate. Quanto al trasferimento di contaminanti chimici da diversi tipi di substrato agli insetti stessi i dati disponibili sono limitati. Si suppone che la probabilità di comparsa di prioni - proteine abnormi che possono causare malattie come l'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) nel bestiame e la malattia di Creutzfeldt-Jakob nell'uomo – sia uguale o inferiore se il substrato non comprende proteine ricavate da deiezioni umane o di ruminanti. Il parere scientifico prende in considerazione anche gli eventuali pericoli associati ad altri tipi di substrato, come i rifiuti di cucina e il letame. Il rischio ambientale derivante dall’allevamento di insetti si prevede paragonabile a quello da altri sistemi di produzione animale. Andrebbero comunque applicate le attuali strategie di gestione dei rifiuti per smaltire le scorie derivanti dall’allevamento di insetti. Il parere dell'EFSA si basa su dati desunti da letteratura scientifica rivista tra pari, su valutazioni effettuate dagli Stati membri e su informazioni fornite da parti interessate.
Note informative:
gli insetti rappresentano un settore alimentare di nicchia nell’Unione europea, e parecchi Stati membri ne hanno segnalato un consumo umano occasionale. Tuttavia l'uso di insetti come fonte di alimenti e mangimi ha, potenzialmente, importanti benefici per l’ambiente, l’economia e la sicurezza della disponibilità alimentare. Si segnalano come specie di insetti con maggior potenziale d’uso come alimento o mangime nell'Unione europea mosche, larve della farina, grilli e bachi da seta. Alcuni enti - tra cui l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) - hanno studiato la possibilità di usare gli insetti come alimenti e mangimi, e tre Stati membri dell'UE - Belgio, Francia e Paesi Bassi - hanno eseguito valutazioni del rischio connesso agli insetti come alimenti o mangimi. La Commissione europea sta attualmente cofinanziando un progetto di ricerca per esplorare la fattibilità di impiegare proteine ricavate da insetti per i mangimi. La Commissione sta inoltre vagliando lo sviluppo di politiche in materia di nuovi prodotti alimentari e mangimi che rispecchino il possibile uso di insetti come alimenti o mangimi. Il parere scientifico dell'EFSA è stato richiesto a supporto di tale progetto.

Fonte: https://www.efsa.europa.eu/it/press/news/151008-0

PROFILO DI RISCHIO RELATIVO ALLA PRODUZIONE E AL CONSUMO DI INSETTI UTILIZZATI COME ALIMENTI E MANGIMI
Abstract 5 October 2015 Commissione EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare l presente parere ha il format di un profilo di rischio e presenta i potenziali pericoli biologici e chimici, nonché l’allergenicità e i rischi ambientali associati agli insetti di allevamento utilizzati come alimenti e mangimi tenendo conto dell'intera catena, dall'agricoltura al prodotto finale. Il parere affronta anche il verificarsi di questi pericoli negli insetti non trasformati, cresciuti su diverse categorie di substrato, rispetto al verificarsi di questi pericoli in altre fonti non trasformate di proteine di origine animale. Quando le materie prime per mangimi attualmente autorizzate sono utilizzate come substrato per nutrire gli insetti, si prevede che la possibile presenza di pericoli microbiologici sia paragonabile alla loro presenza in altre fonti non trasformate di proteine di origine animale. La possibile presenza di prioni negli insetti non trasformati dipenderà dal fatto che il substrato includa proteine di origine umana o di ruminanti. I dati sul trasferimento di contaminanti chimici da substrati diversi agli insetti sono molto limitati. Vengono considerati anche substrati come i rifiuti di cucina, il letame umano e animale e i rischi derivanti dagli insetti nutriti su questi substrati devono essere valutati in modo specifico. Si è concluso che per i pericoli sia biologici che chimici, i metodi di produzione specifici, il substrato utilizzato, lo stadio del raccolto, le specie di insetti e lo stadio di sviluppo, nonché i metodi per l'ulteriore elaborazione avranno tutti un impatto sull'occorrenza e sui livelli di contaminanti biologici e chimici negli alimenti e nei mangimi derivati da insetti. I pericoli legati all'ambiente dovrebbero essere paragonabili ad altri sistemi di produzione animale. Il parere identifica anche le incertezze (mancanza di conoscenza) relative ai possibili pericoli quando gli insetti vengono utilizzati come alimenti e mangimi e rileva che non vi sono dati raccolti sistematicamente sul consumo animale e umano di insetti. Gli studi sulla presenza di agenti patogeni microbici dei vertebrati e i dati pubblicati su sostanze chimiche pericolose negli insetti allevati sono scarsi. Ulteriore generazione di dati su questi temi è altamente raccomandata.

© European Food Safety Authority, 2015



INSETTI COMMESTIBILI E SICUREZZA ALIMENTARE

Simone Bellucco, Dirigente Veterinario Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

Da cinque anni mi occupo di insetti sostenibili in particolare degli aspetti igienico – sanitari e legislativi in collaborazione con prof. Ricci. Il mio impegno è quello di studiare i possibili rischi micro biologici e sanitari per la salute dell’uomo nel consumo di insetti, lavorando per individuare buone pratiche e metodi di allevamento sicuri. Il valore di innovazione del progetto MAIC è nella ricerca di una mediazione tra la ricerca di nuove fonti proteiche e la necessità di allevamenti sostenibili da tanti punti di vista: ambientale, economico e di sicurezza alimentare, un aspetto che deve essere tenuto in massima considerazione in questo percorso di ricerca. Un'altra peculiarità è l’attenzione posta alla gestione degli scarti di produzione per ridurli il più possibile e ottimizzare la produzione. In questo primo anno di lavoro abbiamo potuto studiare i possibili rischi per la salute umana soprattutto dal punto di vista delle carche batteriche e i risultati stanno dando importanti indicazioni per poterle tenere sotto controllo per garantire gli standard necessari per un modello di allevamento replicabile e sicuro. Abbiamo innanzitutto verificato che l’acheta domesticus non ha mostrato rischi specifici o maggiori rispetto ad altre specie. Sono stati inoltre fatti molti progressi nella ricerca del substrato alimentare ideale, un fattore strategico per ridurre i fattori di rischio. La sicurezza alimentare è quindi un elemento fondamentale per un progetto come MAIC basato sui principi dell'economia circolare e della sostenibilità. Il cerchio si deve chiudere includendo le tematiche della tutela dei livelli igienici e della salute del consumatore garantendo così la concreta possibilità di sviluppare un business realmente interessante per il mercato.